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Laicità e “conflitti di civiltà” nell’età della globalizzazione (Brescia, 22 ottobre 2005)

– SEZIONE DI EDUCAZIONE CIVICA –

I fondamentalismi alla conquista del mondo?
Il fondamentalismo e le tre grandi religioni monoteiste.

Brescia, sabato 22 ottobre 2005
Auditorium San Barnaba, C.so Magenta

in collaborazione con il Comune di Brescia


Ore 10.00-13.00

Prof. Giancarlo Conti, Presidente dell’Arifs onlus
Laicità e “conflitti di civiltà” nell’età della globalizzazione. Introduzione.

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  1. Laicità e laicismo
    a. I termini
    b. Le resistenze al processo di laicizzazione
  2. La laicità
    a. La laicità in Europa
    b. La laicità in Francia
  3. L’evoluzione del laicismo
    a. L’influsso delle trasformazioni sociali
    b. La laicità nella dinamica internazionale

Bibliografia di riferimento:

Nicola Abbagnano, Dizionario di Filosofia, UTET, Torino, 1971, pp. 517-518.

Centro di studi filosofici di Gallarate (a cura di), Dizionario delle idee, Sansoni, Firenze, 1977, pp. 598-99.

Carlo Augusto Viano, Laicità e laicismo, in “Critica liberale”, 1 luglio 2005.

Patrick Cabanel, Les mots de la laïcité, Press Universitaire du Mirail, Toulouse, 2004.

Danièle Hervieu-Léger, Catholicisme, la fin d’un monde, Bayard, Paris, 2003.

Frederic Lenoir, Les métamorphoses de Dieu. La nouvelle spiritualité occidentale, Plon, Paris, 2003.

Chryssides, Exploring New Religions, Continuum, London and New York, 1999.

Giovanni Paolo II, Memoria e identità, Rizzoli, Milano, 2005.

R. Trevor-Roper, Protestantesimo e trasformazione sociale, Laterza, Bari, 1972, pp. 133-240.

Caroline Fourest et Fiammetta Venner, Tirs croisés. La laïcité à l’épreuve des integrisme juif, chrétien et musulman, Calmann-Lévy, Paris, 2003

Roberta Dameno, Considerazioni sulle vicende del crocifisso nelle scuole pubbliche italiane, in: «Bioetica, Rivista interdisciplinare» Settembre 2004, Anno XII, n. 3, Zadig Editore, Milano, 2004.

Francesco Rimoli, Ancora sulla laicità: ma la Corte non vuole salire sulla croce…, Sito web dell’Associazione italiana dei costituzionalisti (www.associazionedeicostituzionalisti.it).

Trattato che istituisce una Costituzione per L’Europa.

Bernard Stasi (commissione presieduta da), Rapporto sulla laicità in Francia, in : «Bioetica, Rivista interdisciplinare» Settembre 2004, Anno XII, n. 3, Zadig Editore, Milano, 2004 (traduzione italiana di Giancarlo Conti e Anna Conti).

Hackett, Religion and American Culture, Routledge, London, 2003.

VV., Religion and Politics in America, Wesview Press, Colorado, 2004.

Revue du Mauss, Qu’est-ce que le religieux ? Religion et politique, Semestrielle, n. 22, second semestre 2003, Editions La Découverte, Paris 2003.

Bruce, Politics & Religion, Polity, Cambridge, 2003.

VV., Europa laica e puzzle religioso, Marsilio, Venezia, 2005.

Henri Pena-Ruiz, Qu’est-ce que la laïcité? Gallimard, Paris, 2003.

Henri Pena-Ruiz, La laïcité, Flammarion, Paris, 2003.

Giancarlo Conti, Il velo islamico in Francia, in: «Bioetica, Rivista interdisciplinare» Settembre 2004, Anno XII, n. 3, Zadig Editore, Milano, 2004.

Carlo Augusto Viano (a cura di), Teorie etiche contemporanee, Bollati Boringhieri, Torino, 1990.

Martine Gross, L’homoparentalité, PUF, Paris, 2003.

Michelangelo Bovero, Mine antilaico. Percorsi fra le trappole della metafisica culturalista.

Giancarlo Conti

Prof. Francesco Tuccari, Università di Torino
Dalle guerre di religione ai conflitti di civiltà?

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E’ in atto oggi un processo di desecolarizzazione, processo che ha una drammatica deriva in quello che é stato definito il “terrorismo in nome di Dio”? Come mai? Si possono semplicemente liquidare tutte queste forme di deriva come oscurantismo ?

Francesco Tuccari ha affrontato questi problemi attraverso un percorso di lettura interno al dibattito contemporaneo, evidenziando come – nei principali autori che in questo dibattito intervengono – emerga un concetto di globalizzazione come trionfo di una concezione tecnico-laica del mondo e della vita; il fatto che essa produca una catena di fallimenti sul piano sociale e individuale, evoca – dopo il fallimento delle “religioni secolari” – un processo di “rivincita di dio”, che indebolisce sempre più la laicità e l’idea che le società possano essere tenute insieme da una visione laica della vita.

Ne risulta che l’età della globalizzazione presenta questa duplicità: é cioé contemporaneamente un’età di laicità e di religione.

Sullo sfondo di tutto cio’ sta – secondo Franceso Tuccari – uno dei grandi problemi dell’età contemporanea, problema che aveva già evidenziato Tocqueville all’inizio dell’età industriale: quello della disintegrazione delle società e della perdita di identità degli individui. Di qui la ricerca di ricostruire la comunità che dà identità, in contrapposizione alla società, priva di legami sociali.

(sis)

Francesco Tuccari

Prof. Giuseppe Ugo Rescigno, Università di Roma “La Sapienza”
Costituzioni e principio di laicità

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Giuseppe Ugo Rescigno, dopo aver notato che i principi scritti nelle costituzioni, ricevono un nome che li designa, ma non – proprio in quanto principi – una definizione, ha sostenuto che, a maggior ragione, non possono avere una definizione normativamente imposta i principi non scritti, come quello di laicità per la costituzione italiana .
Nonostante il principio di laicità sia uno tra i più controversi e incerti, esso ha un nocciolo sufficientemente certo e condiviso, che consiste nell’affermazione che non esiste e non deve esistere una religione di Stato, e che hanno diritto di vivere in condizioni di eguaglianza tra di loro e senza impedimenti da parte di chicchessia tutte le confessioni religiose; che ogni persona può aderire alla confessione religiosa che sceglie, può liberamente cambiare credo religioso, può cercare di creare una nuova confessione religiosa, può dichiararsi e vivere come ateo o agnostico, o più semplicemente ignorare del tutto il problema, senza essere costretto a prendere posizione in qualsiasi direzione. Richiamando la distinzione tra libertà negativa e libertà positiva, ha notato che, in questo senso, la libertà religiosa è una classica libertà negativa.
Ha poi argomentato a favore della tesi secondo la quale la libertà religiosa, per quanto riguarda l’aspetto di libertà negativa, non ha giuridicamente alcuna ragione per essere distinta dalle libertà non religiose, nel senso che, se nelle costituzioni scomparissero tutti i riferimenti alla libertà religiosa, ma rimassero le garanzie di tutte le altre tradizionali libertà moderne, la libertà religiosa sarebbe egualmente tutelata, come libertà negativa, perché totalmente ricompresa in tali altre libertà.
Secondo Rescigno, la libertà religiosa è prevista separatamente dalle altre libertà proprio per consentire differenze di libertà (sia in negativo sia ancor di più in positivo) tra confessione e confessione religiosa, e tra tutte le confessioni religiose da un lato, e l’ateismo e l’agnosticismo dall’altro. In questo senso – a suo parere – il laicismo esiste in quanto esiste la libertà religiosa distinta da altre libertà, laddove, se non esistesse nel diritto tale specifica libertà religiosa distinta dalle altre libertà che concettualmente la ricomprendono, anche il laicismo scomparirebbe, perché pienamente ricompreso dal pluralismo e dalla democrazia, senza bisogno di una nozione e di un parola distinta.
La ragione più profonda per mantenere la libertà religiosa separata da quella generale che la ricomprende sta proprio – secondo Rescigno – nella tendenza di tutte le confessioni religiose, ed in particolare di quelle più forti, a chiedere ed ottenere una protezione privilegiata da parte dello Stato; in queste condizioni il laicismo, o il principio di laicità, diventa l’arma necessaria per contenere questa tendenza, con risultati variabili che dipendono dalla composizione delle forze in campo; si spiega in tal modo perché è impossibile definire il laicismo, in quanto la risultante sempre variabile del compromesso tra forze divergenti.

Documentazione suggerita:

La laicità crocifissa? – Il nodo costituzionale dei simboli religiosi nei luoghi pubblici, a cura di Bin R., Brunelli G., Pugiotto A., Veronesi P., Giappichelli, 2004

www.unife.it/amicuscuriae

http://www.associazionedeicostituzionalisti.it/

Giuseppe Ugo Rescigno

Dibattito

Ore 14.00-17.00

Prof. Maurizio Mori, Università di Torino
Laicità e scienza.

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Secondo Maurizio Mori, la caratteristica fondamentale delle religioni oggi diffuse nel modo occidentale é di essere sistemi di pensiero che ammettono la trascendenza – intesa come qualcosa di soprannaturale, che produce un senso di mistero – e alla dimensione di mistero legano le norme che scandiscono la vita pubblica.

La scienza, intesa come metodo scientifico, comportando una radicale erosione della misterisità del mondo, va nella direzione di una eliminazione della religione. E a questo disincanto del mondo indotto dal metodo scientifico, oggi le religioni cercano di replicare con l’ecumenismo, sorvolando sulle varie divergenze di carattere dogmatico un tempo causa di conflitto.

Vi é un rapporto stretto – secondo Maurizio Mori – tra scienza e laicità: il metodo scientifico produce laicità, essendo la laicità quel processo per cui si ragiona etsi deus non daretur, e per cui la religione diventa un fatto privato, che non ha più una dimensione pubblica.

Maurizio Mori ritiene che quello indotto dalla scienza sia un processo epocale, che si realizza in modo non immediato, ma lento, un processo che non é lineare, che presenta momenti di stallo e ritorni, non tali tuttavia da far accettare la tesi che sia in atto un processo di reincantamento del mondo.

Secondo Maurizio Mori va rivalutata la dimensione culturale della scienza, che – come già affermava John Dewey – contribuisce alla democrazia.

Rispondendo all’accusa di relativismo assoluto che viene oggi da varie parti lanciata nei confronti della laicità, Maurizio Mori ha argomentato, sostenendo da un lato che l’espessione ‘assolutamente relativo’ é priva di senso, dall’altro che il relativismo non comporta la distruzione di ogni etica, ma l’istaurazione di una nuova etica, non più assolutista e dogmatica, una nuova etica migliore delle precedenti, in quanto si lega all’autorealizzazione e alla qualità della vita degli individui e tiene conto del mutamento delle circostanze, introdotto dalla scienza.

(sis)

Maurizio Mori

Prof. Paolo Comanducci, Università di Genova
Diritti umani e diritti delle minoranze nell’età della globalizzazione.

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Quali minoranze? Quali diritti?
Prospettive di analisi e classificazione

In questa relazione delineo, preliminarmente (§ 2), i tratti fondamentali di due delle molteplici varianti del liberalismo e del comunitarismo, giacché tali filosofie politiche costituiscono lo sfondo della discussione che segue.

Ricostruisco quindi, attraverso un’analisi concettuale, le nozioni di diritti umani e di minoranze (§ 3), mostrando la pluralità di interpretazioni cui tali nozioni sono soggette[1]. Mi soffermo, in particolare, su quattro tipi di diritti umani, che chiamo rispettivamente liberali, sociali, culturali ed ecologici. Individuati poi differenti generi di minoranze, concentro l’attenzione su quelle che chiamo minoranze culturali, suggerendo che la tutela dell’identità culturale di tali minoranze possa anche realizzarsi ascrivendo loro due differenti tipi di diritti culturali, negativi o positivi. Successivamente (§ 4), mostro che tra il riconoscimento e la garanzia dei diritti umani liberali e la tutela e il rispetto dei diritti culturali si danno spesso dei rapporti difficili. In particolare, vi sono alcuni casi di conflitto con i diritti culturali negativi e molti casi di incompatibilità con i diritti culturali positivi. Propongo infine (§ 5) una soluzione del conflitto tra diritti liberali e diritti culturali, argomentando in favore della superiorità dei diritti liberali.

[1] Mi baso su alcuni dei molti, recenti lavori in argomento, ma volutamente prescindo da un’esegesi critica di questi stessi testi. Prendo spunto insomma da quei lavori, ma non pretendo né di darne conto né di criticarli espressamente. Su questa tematica si veda ora L. Prieto Sanchís (coord.), Tolerancia y minorías. Problemas jurídicos y políticos, Ediciones de la Universidad de Castilla – La Mancha, Cuenca, 1996.

Paolo Comanducci

Dibattito

Prof. Carlo Flamigni, Università di Bologna
Conclusioni

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Carlo Flamigni ha affrontato il tema della laicità spostando l’attenzione sui problemi concreti. E ha dato un esempio di questi problemi citando i risultati di una ricerca condotta negli Stati Uniti, secondo la quale la forte presenza di ospedali gestiti da istituzioni religiose rende estremamente difficile alle cittadine ottenere quanto previsto dalla legislazione del loro Stato. Ignorando la legislazione degli Stati che li sostengono, tali ospedali infatti, che spesso sono gli unici disponibili per una comunità, non consentono al loro interno non solo aborto e procreazione assistita, ma neppure counseling per la contraccezione e interruzione di gravidanze extrauterina. Cio’ mentre gli ospedali pubblici registrano difficoltà sempre maggiori dal punto di vista economico, a causa del ritardo nei rimborsi.

Sottolineando l’enorme peso assegnato dall’etica cattolica al tema della contraccezione, contrapposta al legame tra sessualità e riproduzione, e al tema della difesa famiglia, in contrapposizione alle coppie non sposate, Carlo Flamigni si é chiesto se davvero siano queste le cose fondamentali per un cattolico. Ed ha ricordato come chi opera nel territorio guardi più in là, come fanno ad esempio i medici impegnati negli stati africani in cui l’attesa di vita sta regredendo, perché i bambini muoino quotidianamente tra atroci sofferenze, .

Carlo Flamigni ritiene importante trovare strade comuni, vie di mediazione. Viviamo in una società postmoderna, eterologa, multietica – ha affermato – in cui é necessaria una tolleranza operativa. Ed ha auspicato che venga costruito un grande laboratorio di tolleranza, nel quale si incontrino tutte le persone di buona volontà per ricercare insieme concrete soluzioni ai problemi.

(sis)

Sito di Carlo Flamigni: www.carloflamigni.it

Carlo Flamigni


Coordinamento:
Prof. Giancarlo Conti
Presidente dell’Arifs

Giancarlo Conti